Riccardo Guratti

L’arte ha assunto sempre di più, per me, la funzione di scoprire e riscoprire le piccole cose, i dettagli, i codici nascosti dietro l’apparente realtà delle cose.
E’ strumento di decodificazione, è la scienza dell’istinto e dell’intuizione, è la mano che toglie la polvere per vedere cosa c’è sotto.
Negli ultimi due anni, ho indagato la relazione che c’è tra il processo di pensiero, la sua logica e l’intuizione, l’istinto e i simboli atavici.
Il modo in cui pensiamo modella la relazione che abbiamo con lo spazio e il tempo, le logiche e il processo di riconoscimento.
Se applichiamo questo ragionamento al corpo, il modo in cui pensiamo modella la percezione dell’interno e dell’esterno, ridefinendo in ogni momento la relazione con lo spazio-tempo-movimento e il conseguente sistema di creazione di un possibile significato attraverso i simboli.
Ciò che è dentro, è fuori. Ciò che è nella parte posteriore, è di fronte. Creare qualcosa che sia vissuto a 360 °.
Voglio essere in contatto con statue greche così come con alieni e gli UFO allo stesso tempo.
Questo corpo è una terra di possibilità che prende o non prende forma in spazi possibili e tempi possibili simultaneamente.

bio

Riccardo Guratti (IT/NL) nasce a Cori sotto l’influenza della Luna in Venere. A 10 anni, camminando nei boschi, incontra un gruppo di unicorni e decide di studiare teatro per avvicinarsi il più possibile alla bellezza e al senso di comunità. A 17 anni incontra poi una leonessa nera, e una rossa mantide religiosa ed entrambe, con la pazienza e il credo di un maestro di KungFu, lo introducono nel mondo del movimento, dandogli la possibilità di migliorare, crescere ed aprire i suoi orizzonti creativi al di là degli aspetti formali. Studia, poi, all’Accademia di Danza Nazionale di Roma, dove tra il Colosseo e le scie chimiche, decide che la danza e la coreografia erano la sua vita. Si sposta a Palermo, Berlino e Amsterdam seguendo la migrazione delle oche, approdando infine all’SNDO School for new dance development. Dal 2010 sviluppa i propri lavori, variegati nelle forme tanto quanto le persone che incontra e i luoghi che vive. Collabora con il coreografo Matej Keizar che, come Riccardo, crede che il corpo nasconda simboli segreti e ultraterreni. Dal 2016 dirige, insieme a Davide De Lillis ed Eleonora Morza, il Cala Festival perché crede fermamente che il nord, oggi più che mai, debba migrare al sud proprio come le oche.
Dal 2016 organizza il festival di performance art C.A.L.A. Contemporary Actions Loose Aesthetics a Cori,(IT). Nel 2018 è stato selezionato per la sezione Nuove Traiettorie XL del network Anticorpi XL e per DNAppunti Coreografici tra i 6 finalisti.