Paolo De Santis
Artista residente

Paolo De Santis

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E’ artista residente insieme a Paolo De Santis.

artista residente 2022

Co-fondatrice del collettivo torinese Tecnologia Filosofica, esplora i confini tra danza e teatro con la sua traiettoria di ricerca Il Corpo Rituale. Dal 2008 produce performances presentate in festival di danza italiani e internazionali, ricevendo premi e menzioni. Coreografa selezionata per Crossing The Sea 2019, bando per la mobilità degli artisti italiani in Asia, collabora con Shanghai International Dance Center per la produzione di Sinfonia H2O, vincitore Residenze Coreografiche della Lavanderia a Vapore con il sostegno della Fondazione Piemonte dal Vivo. Collabora con l’artista franco-giapponese Anan Atoyama per le produzioni Hydden Body e Limpid Sun presentato alla Triennale d’Arte Setouchi in Giappone nel 2019. Collabora con il regista cinematografico Milad Tangshir per la produzione del film in VR Hydrocosmos.

artista residente 2015>2016

Nell’ambito della residenza Workspace RicercaX, il percorso di Francesca Cinalli, danzatrice-coreografa e Paolo De Santis, musicista-compositore, si focalizzerà sulla dimensione rituale nella performance: un confronto costante tra filosofia e tecnologia, in bilico tra artificio e natura.
Magneticamente attratti da una ruralità-pop, una freccia: possibili direzioni, l’arco che si tende, la posizione, la forza e l’equilibrio che precedono lo scoccare: realizzare l’essenza sottile che sta dietro la forma.

A partire dagli studi della danza classica, il suo percorso si orienta verso la danza contemporanea e il teatro-danza con maestri nazionali e internazionali: Giovanni Di Cicco, Roberto Castello, Virgilio Sieni, Giorgio Rossi, Doriana Crema, Raffaella Giordano, Dominique Dudzinsky e Marigia Maggipinto/Tanztheater Wuppertal, Carolyn Carlson, Simona Bucci, Cesar Brie, Alessandro Berti, Michele Di Mauro, Compagnia PippoDelbono.
Si diploma nel 2006 presso I.A.T. Gong_Istituto di Arti Tradizionali dei popoli e delle culture a Genova.

Danzatrice, coreografa e interprete della Compagnia Tecnologia Filosofica di Torino dal 2000 per le produzioni: NIJI_una preghiera/Premio della critica Ermocolle 2012, inserito nella programmazione artistica dell’Istituto Italiano di Jakarta-Indonesia 2015; CANZONI DEL SECONDO PIANO Co-Produzione Théatre Durance, Festival di Avignone, CDC Les Hivernales, Theatre Raymond Kabbaz-Los Angeles, Festival TorinoDanza; IN SUPERFICIE Co-produzione La Piattaforma, Inside/off Mosaicodanza, Palcoscenico Danza_Coreografi del Piemonte, Progetto AS IT HAPPENS con il patrocinio del DAMS Università degli studi di Torino, in collaborazione con Museo d’Arte Contemporanea Castello di Rivoli, Officine Caos, Festival Verdecoprente Umbria; Progetto START ME UP sostenuto dalla Fondazione Piemonte dal Vivo.

verso une flèche

di C.ie Tecnologia Filosofica_Torino
danza e coreografia Francesca Cinalli
musiche composte da Paolo De Santis

Paolo De Santis partecipa a: Edizione 2015-16, Edizione 2022,

verso une flèche

di C.ie Tecnologia Filosofica_Torino
danza e coreografia Francesca Cinalli
musiche composte da Paolo De Santis

Leo Merati

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Ci occorre sempre un simbolo concreto per afferrare un’idea come si afferra un pezzo di pane. 
Ma non è mai il simbolo che potremmo supporre, quello calzante e perfetto.
Ma un’altra cosa che indica obliquamente, a una cert’ora propizia.

Cristina Campo
Lettere a Mita

Cosa ci coinvolge veramente? Quando sentiamo di fare parte di qualcosa?

Come un pezzo di pane s’interroga sull’appartenenza e sull’entusiasmo: il totale coinvolgimento di cui ognuno ha fatto esperienza durante una conversazione intorno a un tavolo o a un pensiero comune, in un momento preciso.

Il progetto ha una natura ibrida ed è nato dall’incontro con Leo Merati e dal desiderio di osservare insieme il movimento del mondo attraverso il video, la fotografia, la parola, il suono.
Spostandosi fra i diversi sguardi che ogni disciplina offre, il corpo è libero di fare esperienza della realtà e di trattenere, ogni volta, informazioni specifiche da tradurre in movimento. Analizzando dinamiche da punti di vista diversi, cerchiamo di avvicinarci allo sguardo obliquo, trasversale, di cui parla Cristina Campo, nella speranza che una traiettoria diagonale possa includere più prospettive ed essere il più possibile accessibile. Cerchiamo le tracce concrete che, come le briciole di Pollicino, ci portano ad afferrare un’idea – una sensazione, un’esperienza -, a darle corpo e forma, per poterla mettere sul tavolo, per condividerla.

Il movimento che c’interessa indagare, studiare, (ri)creare, è quello che porta due sconosciuti ad avvicinarsi fra loro o una persona a entrare in uno spazio in cui non è mai stata prima. Così come il corpo necessita di spazio per muoversi, Come un pezzo di pane necessita di invitare le persone a entrare, perché si nutre della relazione con loro e di ciò che ognuno desidera condividere.

In residenza insieme a Leo Merati.

Alice crede nella précision du hasard, nelle crepe da cui entra luce e nella poesia. Studiando tecnica Nikolais, Axis Syllabus e Composição em Tempo Real, si è convinta che danzare sia muoversi nel mondo e fra gli altri. Fatica a definire i contorni delle cose, trova fertili le zone di confine e i movimenti delle greggi. Alla ricerca artistica e alla creazione (Rivoluzione, 2018, con Lucia Palladino e Volumi, 2018, con Tommy Ruggero) affianca il lavoro per e con l’infanzia in teatro (BiancaNera, 2012), nelle scuole (Play Attention, 2017) e a PianoTerra, sede di QB Quanto Basta, per cui ha curato la rassegna FOP! | Piccoli passi da gigante, 2018-2019. D’estate, lavora in alpeggio, dove impara dagli animali che insegnano senza sapere e riesce a separare ciò che preme da ciò che pressa.

in.col.to
pratiche di biodiversità

un progetto di  Lucia Guarino
con il supporto alla collaborazione di  Emma Tramontana, PAV – parco arte vivente (Torino), Terzo Giardino – Firenze

Leo Merati partecipa a: Edizione 2019,

in.col.to
pratiche di biodiversità

un progetto di  Lucia Guarino
con il supporto alla collaborazione di  Emma Tramontana, PAV – parco arte vivente (Torino), Terzo Giardino – Firenze

Francesco Sgrò

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Collaborazione tra Teresa e Francesco Sgrò.

Questa ricerca nasce del desiderio di due artisti trovare un linguaggio proprio e un’estetica comune. La scelta del soggetto di ricerca è accaduta per caso. Il principio fu di prendere ciò che avviene facilmente. Citando Umberto Ecco: “Giocare è uno spreco utile di energia”. Il nostro elemento di comunioni è stato un pallone. Un pallone.

Il metodo è diventato uno di cercare tanti punti di vista: dall’associazione più convenzionale pallone-gioco allo studio di altre associazioni come: pallone-mezzo di comunicazione; pallone-suono-movimento; pallone-società; suono del pallone-immaginazione affettiva; rumore-poesia.

La ricerca si è espansa in vari livelli: 

  • La creazione di pratiche – CORPO e MOVIMENTO
  • Lo sviluppo di strutture compositive e performative – RAPPORTO TRA OGGETI E SPAZIO
  • Lo studio del “gioco” nell’ambito sociale e antropologico – L’IDENTITA CULTURALE
  • Sviluppo di strumenti per portare avanti una produzione artistica.

Dal libro O Atlas da Imaginação e do corpo de Gonçalo M. Tavares:

Il corpo è avvolto e avvolge – è un corpo spaziale – influenzato e influenzando lo spazio. Il corpo avvolge ed è avvolto anche dal tempo; il corpo non è solo una cosa che ad altre cose attorno, è anche un tempo che a una memoria e proiezione. Ogni atto nel mondo costruisce un’identità. Agire è un gioco che mete la nostra identità come essendo un elemento fragile, manipolabile.

Teresa Noronha Feio (Portuguese) graduated in 2010 as a dance theater performer in Fontys dansacademie, The Netherlands. Is co-creator of the collective Mammalian. And as a freelancer the most notorious collaborations were with: Vânia Gala, Einat Tuchman, Dot504, Chirs de Feyter, 320 Chili. Teresa Collaborated with Vania still for the conferences (Un)occupy the Body, in Inventing Futures – research with/in institutions, in Artez dansacademie, Towards a Dispossessed Live Presence on Stage – in Seminaire International des Doctorants du CRAL–EHESS La danse comme expèrience and Things go unnoticed – in The Practice of (in)visibility conference in Brighton University.

Francesco Sgrò (Italian) studied in Flic contemporary circus school. Is cofounder of the collective 320 Chili, with which the performance “Ai migranti” won Premio Equilibrio, In Rome. Francesco has danced for: Giorgio Rossi and Raffaella Giordano. Since 2012 is artistic director of Flic Circus School.

Francesco Sgrò partecipa a: Edizione 2015-16,

Francesco Sgrò (Italian) studied in Flic contemporary circus school. Is cofounder of the collective 320 Chili, with which the performance “Ai migranti” won Premio Equilibrio, In Rome. Francesco has danced for: Giorgio Rossi and Raffaella Giordano. Since 2012 is artistic director of Flic Circus School.

Francesca Antonino

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APOLLO 13

Il tempo è un valore. Nella nostra società e nella nostra vita è un valore consistente. È terreno di contrattazione continua. Con il “tempo dedicato” si dichiara un’importanza. La quantità di tempo ha un valore in termini monetari, psicologici e storici. Per lo meno. Quello che mi piacerebbe, nei prossimi mesi, è fare del Tempo materia di indagine: considerare il tempo come un luogo del corpo, come principio di qualità del gesto. Quali sono i segni che il tempo produce? Mi interessa condividere questo tipo di ricerca, come spazio di pensiero e di pratica, per capire se questi segni “arrivano a parlare”.

Danzatrice e performer, si forma in Europa, principalmente a Parigi e ad Amsterdam. Tornata in Italia, viene selezionata per un corso biennale di formazione diretto da Raffaella Giordano. Ha collaborato con le compagnie Dancewood, Why Company, Daniele Albanese e con Laura Pante. Per la biennale di Venezia lavora con Salva Sanchis per Islands Revisited. È fondatrice e membro di Agostino Bontà, collettivo di artisti associato a Sosta Palmizi e finalista del bando Forever Young de La Corte Ospitale di Rubiera. Crea performance personali, tra cui In cheta Allerta (GD’A 2011 Emilia Romagna- semifinali) e Per Davvero, nato per la casa di residenza Nosadella.due. Il nuovo solo, Little Star, ha una connotazione pop ed è stato presentato in luoghi non teatrali per il festival PerAspera e in Maison Ventidue a Bologna, per AltoFest di Napoli, per il festival A Piede Libero di Mogliano Veneto. Fa parte del progetto coreografico di comunità Virgilio Sieni Ballo 1890_Natura Morta.

** Francesca Antonino _ fotografia in copertina di Marco Mastroianni

Francesca Antonino partecipa a: Edizione 2024,

Valentina Solinas

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Valentina Solinas partecipa a: Edizione 2016-17,

Alice Ruggero

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Ci occorre sempre un simbolo concreto per afferrare un’idea come si afferra un pezzo di pane. 
Ma non è mai il simbolo che potremmo supporre, quello calzante e perfetto.
Ma un’altra cosa che indica obliquamente, a una cert’ora propizia.

Cristina Campo
Lettere a Mita

Cosa ci coinvolge veramente? Quando sentiamo di fare parte di qualcosa?

Come un pezzo di pane s’interroga sull’appartenenza e sull’entusiasmo: il totale coinvolgimento di cui ognuno ha fatto esperienza durante una conversazione intorno a un tavolo o a un pensiero comune, in un momento preciso.

Il progetto ha una natura ibrida ed è nato dall’incontro con Leo Merati e dal desiderio di osservare insieme il movimento del mondo attraverso il video, la fotografia, la parola, il suono.
Spostandosi fra i diversi sguardi che ogni disciplina offre, il corpo è libero di fare esperienza della realtà e di trattenere, ogni volta, informazioni specifiche da tradurre in movimento. Analizzando dinamiche da punti di vista diversi, cerchiamo di avvicinarci allo sguardo obliquo, trasversale, di cui parla Cristina Campo, nella speranza che una traiettoria diagonale possa includere più prospettive ed essere il più possibile accessibile. Cerchiamo le tracce concrete che, come le briciole di Pollicino, ci portano ad afferrare un’idea – una sensazione, un’esperienza -, a darle corpo e forma, per poterla mettere sul tavolo, per condividerla.

Il movimento che c’interessa indagare, studiare, (ri)creare, è quello che porta due sconosciuti ad avvicinarsi fra loro o una persona a entrare in uno spazio in cui non è mai stata prima. Così come il corpo necessita di spazio per muoversi, Come un pezzo di pane necessita di invitare le persone a entrare, perché si nutre della relazione con loro e di ciò che ognuno desidera condividere.

In residenza insieme a Leo Merati.

Alice crede nella précision du hasard, nelle crepe da cui entra luce e nella poesia. Studiando tecnica Nikolais, Axis Syllabus e Composição em Tempo Real, si è convinta che danzare sia muoversi nel mondo e fra gli altri. Fatica a definire i contorni delle cose, trova fertili le zone di confine e i movimenti delle greggi. Alla ricerca artistica e alla creazione (Rivoluzione, 2018, con Lucia Palladino e Volumi, 2018, con Tommy Ruggero) affianca il lavoro per e con l’infanzia in teatro (BiancaNera, 2012), nelle scuole (Play Attention, 2017) e a PianoTerra, sede di QB Quanto Basta, per cui ha curato la rassegna FOP! | Piccoli passi da gigante, 2018-2019. D’estate, lavora in alpeggio, dove impara dagli animali che insegnano senza sapere e riesce a separare ciò che preme da ciò che pressa.

in.col.to
pratiche di biodiversità

un progetto di  Lucia Guarino
con il supporto alla collaborazione di  Emma Tramontana, PAV – parco arte vivente (Torino), Terzo Giardino – Firenze

Alice Ruggero e Leo Merati partecipa a: Edizione 2019,

in.col.to
pratiche di biodiversità

un progetto di  Lucia Guarino
con il supporto alla collaborazione di  Emma Tramontana, PAV – parco arte vivente (Torino), Terzo Giardino – Firenze

Alice MacKenzie

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Durante la residenza di Ricerca spero di sviluppare la mia ricerca sulle modalità con cui la narrativa speculativa e le partiture performative hanno il potenziale di costruire mondi temporanei, spazi in cui l’ignoto possa manifestarsi.

Attualmente sono impegnata a pensare, danzare e scrivere di zone umide, del potenziale coreografico dell’odore e della relazione intrecciata tra esseri umani e più-che-umani. Le zone umide mi hanno colpito per le strane dinamiche connesse al tempo. Terre fertili di fango e acqua.

Alice MacKenzie è un’artista della danza, performer e scrittrice di base a Stoccolma. La sua pratica intreccia la narrativa speculativa con le piante medicinali e le colture batteriche, che condivide sotto forma di performance, profumi e testi che trapelano. Come performer Alice ha lavorato al fianco di altri artisti in gallerie, foreste e palcoscenici di tutta Europa. Le sue commissioni più recenti includono pezzi per Sånafest, Nya Nya Norrland, Delta: An Ocean Call e una collaborazione con Siriol Joyner per Northern Sustainable Futures.

1.Image credit Pär Fredin.
Performer Alice MacKenzie
Performance Being With Deeper Softs choreographed by Kristin Nango

2. Image Credit Alice MacKenzie
From the work they opened their mouths to speak and the light poured out (2023) in collaboration with Siriol Joyner.

3. Image Credit Cato Lein (2022)

Alice MacKenzie partecipa a: Edizione 2024,

1.Image credit Pär Fredin.
Performer Alice MacKenzie
Performance Being With Deeper Softs choreographed by Kristin Nango

2. Image Credit Alice MacKenzie
From the work they opened their mouths to speak and the light poured out (2023) in collaboration with Siriol Joyner.

3. Image Credit Cato Lein (2022)

Hannah Krebs

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La mia ricerca attuale si concentra sulla narrazione, sul flirt attraverso il corpo danzante, il materiale scritto, sulla costruzione di mondi e sulla serietà del gioco. Uso l’immaginazione come un portale per scambiare assieme in un altro regno dove uno può diventare chiunque si senta come oggi. La mia ricerca sarà fortemente influenzata dalla mia ultima produzione “u n f i n i s h e d b u s i ne s s”, in cui ho studiato pose/immagini di pop-band maschili come i Backstreet Boys e i Linkin Park. Per riscaldarsi e trovare gioia nel sudare, mi piacerebbe condividere una lezione di Heavy Metal Ballet che ho iniziato a insegnare l’anno scorso.

Hannah Krebs (she/they) è una dance artist tedesca che vive tra Stoccolma (SE) e Colonia (DE). I suoi lavori rivelano un’urgenza rivolta alle fratture, utilizzando tecniche di costruzione di mondi semi-fittizi da una prospettiva femminista e critica. All’interno del lavoro della danza, Hannah crea scenari per inserire e allargare le crepe come sforzo comune per favorire l’immaginazione di un mondo radicalmente diverso.
Ha lavorato in vari festival e contesti come l’OutNow Festival, l’MDT di Stoccolma e il Weld. Come danzat* lavora con il Nature Theater of Oklahoma, Judit Förster e Ellen Söderhult.

Headshot picture credits Linda Wardal
Artistic research picture credits Gergely Ofner

Hannah Krebs partecipa a: Edizione 2024,

Headshot picture credits Linda Wardal
Artistic research picture credits Gergely Ofner

Heike Langsdorf

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A Ricerca X, vorrebbe cogliere l’opportunità di una residenza di ricerca e di scambio per rispondere alle sue domande sui vari privilegi con cui vive e attraverso i qiali vive.
Cercherà di entrare in dialogo con se stessa come performer di un suo vecchio lavoro: BAGS (2010), nel quale il suo corpo muto, immobile e senza volto, completamente ricoperto di tela di sacco, funge da schermo di proiezione per gli astanti.
Durante le tre settimane di permanenza a Lavanderia, intende lavorare con interventi e scambi di testimonianze scritte e registrate.

bags

Heike Langsdorf è un’artista con base a Bruxelles che esplora le qualità performative della coreografia e del condizionamento all’interno e al di fuori del campo artistico-istituzionale: Formatasi come danzatrice, si collega al fare artistico, al pensiero e alla ricerca attraverso una continua esplorazione dei principi del movimento: chi dis- o abilita cosa per chi?
Lavora presso la scuola d’arte KASK di Gand come insegnante, mentore e ricercatrice. Insieme a Simone Basani, Alice Ciresola, Heike Langsdorf e Liselore Vandeput gestisce radical_hope e radical_house.

radical_house

Heike Langsdorf partecipa a: Edizione 2024,

Marko Gutic Mizimakov

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(SCIENZA)
Continuando a ricercare il reciprocamente trasformabile attraverso la performance, il testo e l’immagine, sono interessata a guardare, osservare e registrare la nozione di alieno, virale e infettivo come fenomeni affettivi, corporei e tecnologici. Oltre a esplorare la weird fiction come modello per l’esperienza incarnata, sono curioso di vedere come il personaggio letterario dello “scienziato” possa funzionare come partitura, piuttosto che come sceneggiatura. – Dal nulla arriva un fascio di testo, un pezzo di linguaggio. Inquietante e minaccioso, questo alieno entra (attraverso l’orecchio? o sono gli occhi?) e presto non è più possibile parlare con la voce e la bocca senza ospitare questo intruso.

Marko Gutić Mižimakov (1992) è un artista visivo, performativo e testuale che vive tra Bruxelles e Zagabria. Il suo interesse sta nel plasmare materiali sensoriali attraverso processi intimi, collaborativi e sociali. Nel suo lavoro i corpi, così come gli oggetti digitali e palpabili, sono animati, coreografati e cantati in forme non orientabili attraverso diversi media e processi di traduzione. Ispirandosi spesso alla fantascienza queer, intende il suo lavoro come una tecnologia speculativa di trasformazione reciproca. Nel 2022-23 è stato ricercatorə artisticə presso A.PASS – Bruxelles. Attualmente è membro aggiunti della facoltà di Paris College of Art nel dipartimento di Transdisciplinary New Media.

Marko Gutic Mizimakov partecipa a: Edizione 2024,