Making MORE room for critical thinking
2024

Con making more room for critical thinking, Workspace Ricerca X prosegue la traiettoria avviata nell’annualità precedente: attivare e coltivare un  ambiente di ricerca come spazio in cui accendere e praticare collettivamente il pensiero critico.

La circolazione di conoscenze, metodi, formati, pratiche e materiali è ciò che continua a contraddistinguere questo ambiente, in cui si forzano le pareti per aprire ulteriore spazio  alla riflessione discorsiva e al confronto critico fra pari, per far emergere frizioni e per stabilire nuove confidenze con pensieri impensati.

dove risiede il pensiero critico?
come attivarlo e come farlo circolare?
quali frizioni emergono e come le abitiamo?
cosa succede dentro e cosa succede fuori?

Per l’edizione 2024, le attività si articolano a partire da una residenza di ricerca, co-finanziata dal progetto europeo Culture Moves Europe e Goethe Institut, che coinvolge quattro artisti internazionali ‒ Marko Gutić Mižimakov, Hannah Krebs, Heike Langsdorf, Alice MacKenzie ‒ insieme alla presenza come ospite di Silvia Bottiroli.

In una dimensione di partecipazione esclusivamente internazionale inedita per il progetto, rivolto finora principalmente ad artisti e artiste italiani, Ricerca X estende i confini geografici della sua risonanza: attivando relazioni a una distanza più ampia, mescolando approcci alla ricerca che vanno ad arricchire uno spazio dedicato alla ricerca artistica al di fuori del contesto accademico

Accanto alla residenza, torna per la terza edizione il Research Camping, uno spazio dedicato all’apertura dei processi di ricerca in una dimensione pubblica, co-curato insieme a Lavanderia a Vapore, e la Palestra del Feedback, residenza di formazione per artisti e operatori incentrata sul feedback, co-curata con shared training torino e Lavanderia a Vapore.

Making room for more critical thinking è il programma di Workspace Ricerca X per il 2024, che si articola attraverso una residenza di ricerca, realizzata con il supporto di Culture Moves Europe e di Lavanderia a Vapore / Fondazione Piemonte dal Vivo, il Research CAMPING – Floating Bodies, uno spazio dedicato ai processi di ricerca calati in una dimensione pubblica, co-curato insieme a Lavanderia a Vapore, e la Palestra dei Feedback, residenza di formazione per artisti e operatori incentrata sul feedback, co-curata con shared training torino e Lavanderia a Vapore.

La residenza di ricerca 2024 è sostenuta da Culture Moves Europe – progetto finanziato dall’Unione Europea e implementato dal Goethe Institut.
L’UE e il Goethe Institut non sono responsabili delle opinioni espresse nelle pubblicazioni e /o in relazione alle attività per cui viene utilizzato il supporto alla mobilità.

24 > 27 Settembre 2024
Lavanderia a vapore Corso Pastrengo, 51 Collegno (TO)
  • 20 Ottobre > 11 Novembre 2024
    Lavanderia a vapore Corso Pastrengo, 51 Collegno (TO)
  • 09 Novembre 2024
    Lavanderia a vapore Corso Pastrengo, 51 Collegno (TO)
  • 22 > 24 Novembre 2024 Camping
    Lavanderia a vapore Corso Pastrengo, 51 Collegno (TO) Camping

    Camping

  • Artisti/e residenti Marko Gutić Mižimakov, Hannah Krebs, Heike Langsdorf, Alice MacKenzie
    Ospite Silvia Bottiroli
    Artistx curatorx Francesco Dalmasso, Elisa D’Amico, Ambra Pittoni
    Immagine e foto Andrea Macchia

    *The EU and the Goethe Institut are not responsible for the views expressed in the publications and/or in conjunction with the activities for which the mobility support is used.

    Marko Gutic Mizimakov

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    (SCIENZA)
    Continuando a ricercare il reciprocamente trasformabile attraverso la performance, il testo e l’immagine, sono interessata a guardare, osservare e registrare la nozione di alieno, virale e infettivo come fenomeni affettivi, corporei e tecnologici. Oltre a esplorare la weird fiction come modello per l’esperienza incarnata, sono curioso di vedere come il personaggio letterario dello “scienziato” possa funzionare come partitura, piuttosto che come sceneggiatura. – Dal nulla arriva un fascio di testo, un pezzo di linguaggio. Inquietante e minaccioso, questo alieno entra (attraverso l’orecchio? o sono gli occhi?) e presto non è più possibile parlare con la voce e la bocca senza ospitare questo intruso.

    Marko Gutić Mižimakov (1992) è un artista visivo, performativo e testuale che vive tra Bruxelles e Zagabria. Il suo interesse sta nel plasmare materiali sensoriali attraverso processi intimi, collaborativi e sociali. Nel suo lavoro i corpi, così come gli oggetti digitali e palpabili, sono animati, coreografati e cantati in forme non orientabili attraverso diversi media e processi di traduzione. Ispirandosi spesso alla fantascienza queer, intende il suo lavoro come una tecnologia speculativa di trasformazione reciproca. Nel 2022-23 è stato ricercatorə artisticə presso A.PASS – Bruxelles. Attualmente è membro aggiunti della facoltà di Paris College of Art nel dipartimento di Transdisciplinary New Media.

    Marko Gutic Mizimakov partecipa a: Edizione 2024,

    Hannah Krebs

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    La mia ricerca attuale si concentra sulla narrazione, sul flirt attraverso il corpo danzante, il materiale scritto, sulla costruzione di mondi e sulla serietà del gioco. Uso l’immaginazione come un portale per scambiare assieme in un altro regno dove uno può diventare chiunque si senta come oggi. La mia ricerca sarà fortemente influenzata dalla mia ultima produzione “u n f i n i s h e d b u s i ne s s”, in cui ho studiato pose/immagini di pop-band maschili come i Backstreet Boys e i Linkin Park. Per riscaldarsi e trovare gioia nel sudare, mi piacerebbe condividere una lezione di Heavy Metal Ballet che ho iniziato a insegnare l’anno scorso.

    Hannah Krebs (she/they) è una dance artist tedesca che vive tra Stoccolma (SE) e Colonia (DE). I suoi lavori rivelano un’urgenza rivolta alle fratture, utilizzando tecniche di costruzione di mondi semi-fittizi da una prospettiva femminista e critica. All’interno del lavoro della danza, Hannah crea scenari per inserire e allargare le crepe come sforzo comune per favorire l’immaginazione di un mondo radicalmente diverso.
    Ha lavorato in vari festival e contesti come l’OutNow Festival, l’MDT di Stoccolma e il Weld. Come danzat* lavora con il Nature Theater of Oklahoma, Judit Förster e Ellen Söderhult.

    Headshot picture credits Linda Wardal
    Artistic research picture credits Gergely Ofner

    Hannah Krebs partecipa a: Edizione 2024,

    Headshot picture credits Linda Wardal
    Artistic research picture credits Gergely Ofner

    Alice MacKenzie

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    Durante la residenza di Ricerca spero di sviluppare la mia ricerca sulle modalità con cui la narrativa speculativa e le partiture performative hanno il potenziale di costruire mondi temporanei, spazi in cui l’ignoto possa manifestarsi.

    Attualmente sono impegnata a pensare, danzare e scrivere di zone umide, del potenziale coreografico dell’odore e della relazione intrecciata tra esseri umani e più-che-umani. Le zone umide mi hanno colpito per le strane dinamiche connesse al tempo. Terre fertili di fango e acqua.

    Alice MacKenzie è un’artista della danza, performer e scrittrice di base a Stoccolma. La sua pratica intreccia la narrativa speculativa con le piante medicinali e le colture batteriche, che condivide sotto forma di performance, profumi e testi che trapelano. Come performer Alice ha lavorato al fianco di altri artisti in gallerie, foreste e palcoscenici di tutta Europa. Le sue commissioni più recenti includono pezzi per Sånafest, Nya Nya Norrland, Delta: An Ocean Call e una collaborazione con Siriol Joyner per Northern Sustainable Futures.

    1.Image credit Pär Fredin.
    Performer Alice MacKenzie
    Performance Being With Deeper Softs choreographed by Kristin Nango

    2. Image Credit Alice MacKenzie
    From the work they opened their mouths to speak and the light poured out (2023) in collaboration with Siriol Joyner.

    3. Image Credit Cato Lein (2022)

    Alice MacKenzie partecipa a: Edizione 2024,

    1.Image credit Pär Fredin.
    Performer Alice MacKenzie
    Performance Being With Deeper Softs choreographed by Kristin Nango

    2. Image Credit Alice MacKenzie
    From the work they opened their mouths to speak and the light poured out (2023) in collaboration with Siriol Joyner.

    3. Image Credit Cato Lein (2022)

    Heike Langsdorf

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    A Ricerca X, vorrebbe cogliere l’opportunità di una residenza di ricerca e di scambio per rispondere alle sue domande sui vari privilegi con cui vive e attraverso i qiali vive.
    Cercherà di entrare in dialogo con se stessa come performer di un suo vecchio lavoro: BAGS (2010), nel quale il suo corpo muto, immobile e senza volto, completamente ricoperto di tela di sacco, funge da schermo di proiezione per gli astanti.
    Durante le tre settimane di permanenza a Lavanderia, intende lavorare con interventi e scambi di testimonianze scritte e registrate.

    bags

    Heike Langsdorf è un’artista con base a Bruxelles che esplora le qualità performative della coreografia e del condizionamento all’interno e al di fuori del campo artistico-istituzionale: Formatasi come danzatrice, si collega al fare artistico, al pensiero e alla ricerca attraverso una continua esplorazione dei principi del movimento: chi dis- o abilita cosa per chi?
    Lavora presso la scuola d’arte KASK di Gand come insegnante, mentore e ricercatrice. Insieme a Simone Basani, Alice Ciresola, Heike Langsdorf e Liselore Vandeput gestisce radical_hope e radical_house.

    radical_house

    Heike Langsdorf partecipa a: Edizione 2024,

    Guest

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    Guest

    Silvia Bottiroli

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    Ripetere, interrompere, sospendere. Il ritmo come principio curatoriale

    Silvia Bottiroli è curatrice e ricercatrice, opera nel campo delle arti vive e in particolare nelle intersezioni tra performatività, pratiche istituzionali e pedagogie.
    Fa parte dell’artistic cohort di Rose Choreographic School a Londra, insegna all’Università Bocconi a Milano e cura, insieme a Silvia Calderoni, Ilenia Caleo e Michele Di Stefano, il triennio 2025-2027 di Short Theatre a Roma.

    All’interno del più ampio campo di ricerca sulla curatela come pratica coreografica, Ripetere, interrompere, sospendere esplora, attraverso una costellazione aperta di casi studio (performance, interventi, pratiche artistiche…) il ritmo come principio curatoriale, con un’attenzione particolare al rapporto tra pratiche performative e spazio pubblico e all’emergere di forme di soggettivazione politica.

    Silvia Bottiroli partecipa a: Edizione 2024,
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