Daria Greco
artista residente 2023,
Camping 2023,

Nolwenn Salaün

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Nolwenn Salaün partecipa a: Edizione 2023,

Neutopica

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Neutopica partecipa a: Edizione 2023,

Maria Elena Mela Seidenari

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Maria Elena Mela Seidenari partecipa a: Edizione 2023,

Isabella Mongelli

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Isabella Mongelli partecipa a: Edizione 2023,

Gosie Vervloessem

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Gosie Vervloessem partecipa a: Edizione 2023,

Eva Neklyaeva

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Eva Neklyaeva partecipa a: Edizione 2023,

Cinzia Sità

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2018 > WILLIN’ resting practice

  • willin’_resting practice
  • willin’_ questa parola è stato il primo seme della mia ricerca, nata dall’ascolto in radio di una canzone degli anni ’70 dei Little Feat. Racconta di un camionista che trasporta un po’ di tutto nel suo camion, profughi, clandestini, droga, attraversando tempeste e caldi estremi. Nonostante tutto lui si definisce still willin’, sempre e ancora ben disposto, in un’attitudine di apertura rispetto alle sorprese che la vita gli riserva, senza pregiudizi.
  • resting practice_ ho aggiunto in seguito le due parole. La pratica del riposo è uno spazio in cui predispongo il corpo ad una vigile passività, che nutro ed espando attraverso il respiro e il contatto con il suolo.
  • pensiero che lo compone_ partendo dal vuoto, che rapporto si crea tra due sistemi fisici, corpo umano e suolo, apparentemente indipendenti? Quale scambio di informazioni?
    In questa fase di ricerca, il contatto, nella qualità del tocco, definisce la relazione.
  • azione_ un lavoro di propriocezione in cui il corpo cerca il suo “adattamento” in appoggi diversi e precisi, creando radici, predisponendosi ad un tipo di ascolto paziente ed estremamente accurato, in una continua e progressiva trasformazione della “vigile passività”. Il “come”, esposto all’inaspettato, lascia aperte tutte le domande.
  • spunti di riflessione_ sono scaturiti da alcune letture sulla fisica quantistica e dalla pratica del Rolfing.
  • il fine ultimo di questa ricerca_ continuo a stare in questa domanda, perchè gli interessi sono diversi: approfondire una pratica somatica come performer e mover, stare nella ricerca come “produzione di conoscenza”, l’atto creativo e poetico di una scrittura coreografica del gesto.
  • il punto focale_ lo sharing practice, la possibilità di aprire la pratica ad un pubblico e per un pubblico.
    Allargare la possibilità di fare sperienza e continuare ad alimentare la mia ricerca attraverso la trasmissione e la ricezione della pratica stessa, rimanendo nel processo.
  • le tappe_ questa ricerca ha avuto inizio un anno fa, nell’ambito di “RicercaX” un progetto residenziale finanziato dalla Regione Piemonte, a cui hanno preso parte sei coreografe, quattro residenti e due fuori sede.
    In seguito è stata ospitata al Lincoln Performing Art Center, con la collaborazione di Fenia Kotsoupolou, videomaker e performer, con la quale vorrei continuare il percorso intrapreso.
    Lo scorso marzo ho continuato a Stoccolma, presso il Coff Studio diretto da Cristina Caprioli, coreografa di origini italiane radicata ormai in Svezia, dove ha sede la sua compagnia e dove è nato un dipartimento di Ricerca coreografica che mi ha accolta, sostenuta e fatto crescere in questo percorso.

2015-16 >WILLIN’

(…) Tutto quello che c’è di fisico nella vita non è fatto solo di materia solida, ma piuttosto di campi di energia o da schemi ritmici di informazioni. Tutta la materia è piuttosto “nessuna cosa” (energia) che “qualche cosa (particelle)” J. Dispensa

Mi interessa lo spazio vuoto scevro di sovrastrutture e schemi aprioristici, e la vita che nasce da questo vuoto e in quale tempo si evolve. In un corpo, sensibile, che si apre, si ben dispone ad accogliere le possibili variabili del tempo e dello spazio, a nutrire continuamente il proprio immaginario, in un dialogo imperituro tra il dentro e il fuori, tra una scrittura ben precisa e l’atto creativo che si apre a quel presente, tra l’essere attivi e l’essere passivi.

Cinzia Sità, danzatrice, si diploma in Composizione Coreografica presso l’Accademia Nazionale di Danza in Roma e frequenta subito dopo il corso biennale di alta formazione in Scrittura per la danza contemporanea diretto da Raffaella Giordano. Approfondisce poi la sua formazione artistica studiando, tra gli altri, con Carolyn Carlson, Susanne Linke, Julyen Hamilton, David Zambrano, Pierre Droulers ed ospite con borsa di studio presso il Tanztheater Wuppertal di Pina Bausch; importante per l’approfondimento dell’analisi del movimento anche l’incontro con Francesco Scavetta presso il Centre for Performing Arts a Tanum in Vitlycke. Dal 2012 Artista Associata di Sosta Palmizi. Come interprete lavora per Raffaella Giordano, Giorgio Rossi, Oretta Bizzarri, Daniele Ninarello, Compagnia Arearea, Amina Amici, Caterina Genta, Francesca Beatrice Vista, Helen Cerina e per la visual artist Valentina Vetturi. Partecipa ad alcuni progetti diretti da Gabriela Carrizo (Peeping Tom), da Juliana Neves e Quan Bui Ngoc (Les Ballets C de la B). Collabora inoltre con Samotracia – Gruppo di ricerca teatro danza. Nel 2011 fonda, insieme ad altri 11 artisti, Famigliafuch , collettivo di ricerca artistica sul movimento, con il quale partecipa al Santarcangelo Festival 2011, al FAST-Terni Festival e vince il bando Takla Making Arts; con il progetto Quaderni, tra i finalisti del Premio Equilibrio 2012. E’ autrice e interprete di Medea, nel luogo della mia memoria, progetto artistico sostenuto da Sosta Palmizi, con il quale vince il bando Raid Off 2014. Attualmente, alterna la sua carriera di interprete e autrice, all’approfondimento della sua peculiare espressivit , incentrata sull’uso della voce, come motore e contrappeso del movimento stesso. Inoltre, insegna come freelance principalmente in Italia.

Cinzia Sità partecipa a: Edizione 2015-16, Edizione 2018,