MAKING DANCE
Fictional party ART IS NOT FUN?

MAKING DANCE FICTIONAL PARTY ART IS NOT FUN?

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a cura di Workspace Ricerca X
21 Aprile 2017
22.00 > 3.00
Torino Superbudda
Docks Dora

via Valprato 68
info biglietteria

Può essere la festa un luogo dove il pubblico incontra le pratiche artistiche? Può essere l’Arte un momento di divertimento condiviso? Venerdì 21 aprile Workspace_Ricerca X – piattaforma per lo sviluppo e il sostegno della ricerca artistica curata da Carlotta Scioldo e Erika Di Crescenzo (Ass. StandOrt) organizza, in collaborazione con Superbudda – Creative Collective, MAKING DANCE _ FICTIONAL PARTY, un’evento , una festa per creare uno spazio di confronto diretto e informale tra gli artisti in residenza e il pubblico. Questa volta infatti gli artisti “escono dal teatro” e si spostano negli spazi del Superbudda (uno dei più interessanti luoghi della sperimentazione e produzione artistica torinese, nello stesso tempo anche un noto club che ospita concerti ed eventi culturali), e organizzano una vera festa.

Programma della serata prevede molteplici micro interventi artistici, che spaziano tra danza contemporanea, performance, arti visive, digitai art e musica, ideate appositamente per l’occasione dagli artisti in residenza: Claudia Adragna, Francesca Antonio, Amina Amici, Francesco Collavino, Francesco Dalmasso, Elisa Ferrari, Donatella Marrone, Lucia Palladino. Un sfida per trovare delle nuove modalità per far incontrare l’arte con il divertimento, la ricerca artistica e il confronto con il grande pubblico. La festa viene intesa come momento dell’incontro, dell’imprevisto, dell’aspettativa, del piacere.

Come luogo di sperimentazione e ricerca, dove la comunità incontra se stessa. E’ l’occasione in cui il gesto si trasformi in danza, e la danza in coreografia. Ingresso libero con tessera Superbudda 2017, il contributo per la tessera annuale è di€ 5,00, info http://www.superbudda.com/tesseramento Il MAKING DANCE _ FICTIONAL PARTY si svolgerà nell’ambito della terza sessione annuale del progetto Workspace Ricerca X – piattaforma per lo sviluppo e il sostegno della ricerca artistica curata da Carlotta Scioldo e Erika Di Crescenzo (Ass. StandOrt), che ospiterà ad aprile 9 coreografi provenienti dal territorio nazionale: Lucia Palladino, Francesco Dalmasso, Francesco Collavino, Francesca Antonino, Amina Amici, Donatella Morrone, Claudia Adragna, Dario La Stella. lavoro si svilupperà nell’arco di due settimane – da martedì 18 aprile a domenica 30 aprile negli studi della Lavanderia a Vapore di Collegno. A partire da dicembre del 2016, i coreografi sono impegnati nello sviluppo di un personale progetto di ricerca artistica affiancati da Ricerca X e da tutors internazionali, attraverso la condivisione di pratiche con modalità quali, per esempio, il peer-coaching. Ospiti di questa sessione saranno il tutor italo-tedesco Marco Berrettini, coreografo della compagnia Melk Prod, di ritorno da Parigi dove ha recentemente debuttato con la sua ultima creazione iFeel 4, presso il Centro Nazionale della Danza di Pantin; ed Elisa Ferrari, ca-fondatrice della compagnia Pirate Jenny e dal 2009 danzatrice e assistente alla creazione per la compagnia Ambra Senatore.

Il progetto Workspace_Ricerca X, direzione di Carlotta Scioldo e Erika Di Crescenzo (ass. cult. StandOrt), è una piattaforma per lo sviluppo e il sostegno della ricerca artistica attraverso il supporto artistico e operativo di professionisti nel campo della danza contemporanea e performance. Workspace, il termine di impronta europea indica un centro specializzato nella ricerca applicata di una o piu discipline artistiche al fine di produrre conoscenza basata sull’innovazione. Il lavoro si sviluppa in cinque fasi di due settimane ciascuna (da novembre 2016 a novembre 2017) in cui 9 giovani autori condividono il loro lavoro con gli altri professionisti selezionati, si confrontano periodicamente con il pubblico e sono accompagnati da tutors internazionali, dramaturg del processo creativo. Durante ogni fase di lavoro sono previste due tipi di apertura pubblica: THINKING DANCE, format di discussione teorica e MAKING DANCE condivisione di lavori coreografici, al fine di offrire al pubblico la possibilità di avvicinarsi al processo creativo e agli strumenti di creazione. Il focus del progetto e infatti stimolare il dibattito sulle pratiche performative contemporanee e sulle politiche culturali, attraverso la creazione di un network, analizzando la complessità dell’impatto economico e culturale di queste attività sul territorio. Tutors invitati sono Charlotte Zerbey, Cristina Caprioli, Marco Berrettini, Stefano Tommasini, Bart Van Den Eynde. Il progetto e realizzato con il sostegno della Fondazione Piemonte dal Vivo e in collaborazione con l’ Università degli Studi di Torino, Prof. Alessandro Pontremoli; Dance Hub Anghiari (Anghiari); Peer-coaching Company Blu (Sesto Fiorentino).

Contatti

Ass.cult. StandOrt
Ewa Gleisner

ricercaxinfo@gmail.com

RE:SEARCH _ Landscape of practices

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a cura di Workspace Ricerca X
27 > 28 Maggio 2017

sabato 16:00 > 20:00
domenica 12:00 > 20:00

Collegno (TO) Lavanderia a vapore
Corso Pastrengo, 51
info biglietteria

LANDSCAPE OF PRACTICES si propone come un simposio sulla ricerca artistica per spettatori e ricercatori. Prima dell’idea di spettacolo come prodotto finito, ma oltre il concetto di work in progress o studio preliminare, il simposio vuole essere una finestra sulla bottega interiore degli artisti, attraverso cui gli spettatori sono invitati a sbirciare. Un paesaggio, appunto, di pratiche artistiche a cui affacciarsi con sguardo aperto e curioso, in un dialogo da cui trarre, ma anche donare, spunti e conoscenza. Attraverso i tre focus si invita a partecipare ad una riflessione pratico-teorico sulla ricerca artistica.

SABATO 27 MAGGIO

#RESEARCH ENVIRONMENT
Gli ambienti di ricerca sono luoghi “complessi” dove prendono forma processi non lineari. Quali sono le tipologie di conoscenza che emergono da essi?

h. 16.00 – 19.00

INCONTRI CON LE PRATICHE ARTISTICHE DI
Sara Manente “Spectacle #2,5” _ indaga la relazione tra danza e linguaggio dal punto di vista economico, poetico e performativo
Lucia Palladino (+ Alice Ruggeri) “What is real? studio per “come il cane con il suo padrone”, sul desiderio come etimologia delle cose”_ una ricerca sulla composizione in tempo reale e sulle mappe di rappresentazione della realtà
Amina Amici (+ Cinzia Sità, Francesca Cinalli) “Istinti tradotti” _ attraverso il ruolo delle mani come strumento di trasmissione

TALK
Comunità di pratiche e conoscenza tacita Carlo Salone (professore di Sviluppo Territoriale presso il DIST, Università di Torino).

DOMENICA 28 MAGGIO

# TACIT KNOWLEDGE
La conoscenza tacita è una conoscenza non ancora codificata. Qual’è la relazione tra ricerca artistica e conoscenza tacita? Quali sono le forme di conoscenza che derivano dalle pratiche artistiche legate al corpo e alla performatività?

h. 12.00 – 16.00

INCONTRI CON LE PRATICHE ARTISTICHE DI
Donatella Morrone “P.L.S. /Punto, Linea, superficie.” _ un’indagine sui concetti basilari dello spazio sulla scorta di Kandinskij
Francesco Collavino “Catastrofe” _ come elemento (anche creativo) di cambiamento
Claudia Adragna “How much? Quanto costa” _ una relazione fra utile, inutile e vendibile
Francesca Antonino “Apollo13” _ il tempo come materia di indagine: come un luogo del corpo, come principio di qualità del gesto

# ARTISTIC RESEARCH AND MATERIALSI
materiali sono quello che viene “trovato” durante la traiettoria della ricerca. Cosa produce ulteriormente il rapporto tra i materiali di ricerca e il ricercatore?

h. 16.30 – 19.00

Margherita Landi “World behind us :: Duet edition” _ sulla sincronicità junghiana
Dario La Stella (+ Valentina Solinas) “Homo Spatium” _ la relazione tra spazi, confini e identità
Francesco Dalmasso (+ Elisa D’Amico, Alessio Mazzaro) “// Couchscore – a distance investigation on writing and trasmitting scores” _ studio sulla simultaneità e dialettica assenza/presenza con un divano e una video chat

TALK
Ricerca artistica e ricerca scientifica: materiale, metodo, esperimento
Mario Benassai (fisico nucleare e biofisico lavora in collaborazione con l’agenzia spaziale italiana, europea e la Nasa).

a cura di Workspace Ricerca X
con il sostegno di Fondazione Piemonte dal Vivo

*evento realizzato da Workspace Ricerca X nell’ambito del progetto Residenze Coreografiche Lavanderia a Vapore 3.0/ Piemonte dal Vivo

Info e prenotazioni

Il simposio è a ingresso gratuito

e­mail: ricercaxinfo@gmail.com
tel. +39 331 65 27 431

Download Programma
Comunicato Stampa

** Sarà possibile usufruire del servizio bar e ristorazione durante le pause e il pranzo della domenica.

Valentina Solinas

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Valentina Solinas partecipa a: Edizione 2016-17,

Erika Di Crescenzo

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Ricercatrice indipendente nel campo del teatro e della danza, antropologia, filosofia, mistica. Laureata al Dams con una tesi di carattere antropologico, ha frequentato la scuola di danza classica Academié Principesse Grace di Montecarlo, il Programma de Recherche et Composition Coreographique presso la Fondation Royaumont di Parigi, e il master in progettazione culturale presso Fondazione Fitzcarrardo. Ha modellato il suo percorso di autrice e performer attraverso creazioni originali principalmente in Italia, Francia e Svizzera (The Fish, Etude pour la Sainteté, Asfissia, Clara Falls in Love, La Bagarre, Tentativi Vergini di Oscenità, E20, E questo è, etc..).
Lavora come regista, e coreografa, interprete, autrice, danzatrice, performer, curatrice, organizzatrice, davanti e dietro le quinte nel campo della danza e teatro contemporaneo.
Nel 2015 con Carlotta Scioldo fonda il progetto Workspace Ricerca X, che cura fino al 2021.

Carlotta Scioldo

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Dopo la laurea specialistica presso lo IUAV di Venezia, è fellow researcher presso la New York University dove inizia la sua traiettoria di ricerca tra perfomance studies, coreografia e ambiente urbano. In seguito è ricercatrice presso a.pass (advanced performance studies), centro di ricerca artistica a DeSingel (Belgio). Assistente dramaturg di Bart Van den Eynde nella produzione ‘Build to Last’ di Meg Stuart, dal 2012 lavora come dramaturg freelance per coreografi quali Daniele Ninarello, Claudia Catarzi, Barbara Berti, Amina Amici. Con l’obbiettivo di creare una piattaforma dedicata alla ricerca artistica e pratica drammaturgica, nel 2015 dà vita al progetto Workspace Ricerca X con Erika Di Crescenzo e ne è stata curatrice fino al 2018. E’ stata editor del volume RE:SEARCH DANCE DRAMATURGY (2017).

Consegue un ulteriore master di specializzazione in politiche culturali internazionali presso l’ITC-ILO UNESCO e un dottorato di ricerca presso l’Università e Politecnico di Torino. Il suo lavoro di dottorato sui networks transnazionali europei attivi nel settore culturale e creativo è tra i finalisti del ENCATC AWARD 2023. Insegna e partecipa a convegni internazionali.
Dopo una breve esperienza lavorativa presso la Commissione Europea, divisione cultura (EACEA), il suo scopo professionale mira a connettere il settore artistico allo sviluppo delle politiche culturali internazionali. Con quest’obbiettivo, ha lavorato come network manager e policy advisor del network europeo dei centri coreografici European Dancehouse Network. Oggi lavora come esperta esterna per la Commissione Europea per i progetti di cooperazione internazionale.

Nel 2015 con Erika Di Crescenzo da vita al progetto Workspace Ricerca X e ne è stata curatrice fino al 2018. E’ stata editor del volume RE:SEARCH DANCE DRAMATURGY (2017).

Marta Olivieri

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Trespass | processing an emerging choreography, desidera aprire lo spazio ed il tempo alla contemplazione. Si inserisce nella ricerca tra il visibile e l’invisibile e integra il lavoro di S.U.D.M.U.P. al suo interno. Si propone di indagare la moltiplicazione dello sguardo e l’emersione di un corpo, attraverso l’assorbimento e la restituzione. Si serve della coincidenza ma non esclude la discrepanza. Due interpreti abitano lo spazio, osservando il circostante con l’obiettivo di restituirne una interpretazione generata dall’incontro tra il me e il resto. Non è prevista una divisione tra pubblico e performer. Chi osserva, può attraversare e modificare lo spazio muovendo il proprio punto di vista, spostando il circostante.
La struttura del lavoro ne permette la continua scrittura, presentando ad ogni riproduzione una nuova emersione, come conseguenza di un luogo abitato peculiare.

Marta Olivieri è autrice e performer. Il suo lavoro si propone di interrogare le infiltrazioni che muovono un corpo. Scritture, suoni, temperature e asfalto sono gli ambiti della sua ricerca. Il corpo si muove tra il visibile e l’invisibile e tenta un continuo accadimento ai lati della struttura. La creazione desidera costruire un terreno comune all’interno del quale possano coesistere struttura formale e i suoi possibili allagamenti. Si forma presso Formazione Bartolomei. Frequenta i corsi Modem presso Scenario Pubblico. Nel 2015 incontra Marta Ciappina, interprete, movement coach e didatta, con la quale inizia un percorso assiduo di studio. Si forma inoltre con: M. Kejzar, M. Kilvady, G. Scarcella, J. Neves , A. Cristiani, E. Giannotti, M. Rizzo, C. Delorenzi, E. Gervasi, A. Ajmone, C. Morganti, K. Takagi. Nel 2018 si diploma come Somatic Movement Educator all’interno del programma di formazione Body-Mind Centering® e conduce dallo stesso anno laboratori di ricerca somatica e compositiva presso Scenario Pubblico. Lavora come interprete per DOM-, ha lavorato con Riccardo Guratti e Michele Rizzo. Dal 2019 prende parte al progetto Roma Non Esiste (DOM-), dallo stesso anno partecipa alla curatela del progetto SiR. Collabora con ATI Suffix, collettivo di architetti, artisti, filosofi e ricercatori, il cui lavoro intreccia architettura e arte relazionale, e con Roberta Mansueto | takecare.

Marta Olivieri partecipa a: Edizione 2016-17,

Elisa Ferrari

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ACETATO è il secondo lavoro di un progetto più ampio dal titolo Although of Course You End Up Becoming Yourself che si identifica come contenitore di indagine sulle pratiche di danza che assumono il ruolo culturale di aggregatori sociali nel contesto urbano e nell’ambito del quotidiano. Camminando per la mia città mi sono imbattuta in un gruppo cospicuo di ragazzi da tutta europa che si erano ritrovati in un parco per danzare insieme un ballo chiamato Jump Style. I ragazzi si alternavano in coreografie singole e di gruppo, duetti e sfide. Ogni coreografia veniva ripresa con la telecamera e poi, come mi hanno raccontato in seguito, messa successivamente online. È infatti attraverso la rete che questi ragazzi divengono una vera e propria comunità che sconfina i limiti geografici. Una piccola rivoluzione dal basso, il bisogno fortissimo di riconoscersi in qualcosa, e ho trovato bellissimo che fosse nel corpo. Da qui nasce il progetto ACETATO, dall’osservazione della realtà e dalla necessità di ripensare il “ballo” come veicolo di significati altri, come apertura, come dichiarazione, come celebrazione del proprio essere umani.

Elisa Ferrari è un’artista attiva in Italia e Francia nell’ambito della performing art e delle arti visive. La sua ricerca ruota intorno alle questioni legate al corpo e al movimento e si definisce in azioni e dispositivi che si allargano ad una pluralità di linguaggi tra cui la composizione coreografica, la performance, l’azione partecipata e l’installazione. Laureata in Arti dello Spettacolo presso l’Università degli Studi di Milano, si forma artisticamente frequentando il corso professionale triennale diretto da Susanna Beltrami presso MAS (Milano) e prendendo parte ai progetti internazionali Choreographic Collision (DanzaVenezia e Biennale Danza di Venezia – 2010) e il Corso di Alta Formazione per Danzatori di OperaEstate Festival Veneto (2010), ai quali ha partecipato come borsista. Come danzatrice e performer è stata interprete negli spettacoli di Susanna Beltrami, Walter Manfré, Ismael Ivo, Andrée Ruth Shammah, Roberto Castello, Melissa Cisneros (La Mecedora). Dal 2009 collabora con Ambra Senatore in qualità di assistente alla creazione e danzatrice. Nel 2011 con Sara Catellani e Davide Manico fonda Collettivo PirateJenny, compagnia attiva nell’ambito della ricerca coreografica, di cui è co-autrice ed interprete. Nel 2014 inizia la collaborazione con la fotografa e videomaker Ilaria Turba con cui sviluppa progetti di arte partecipata e di formazione in contesti socialmente problematici. L’anno successivo con l’artista e dj Giulia Tosi dà vita ad EFFETTI, gruppo di ricerca attento alla questione dell’arte relazionale e alle pratiche che includono new media arts e movimento corporeo. Alla carriera artistica affianca un’intensa attività di studio e ricerca nell’ambito dell’estetica dell’arte e della performing art. Nel 2015 è assegnista per il progetto “Seminario Avignon” organizzato da Festival D’Avignon e ProHelvetia, per cui riceve il sostegno da Movin’Up e GAI. Il suo segno zodiacale è l’Acquario, il suo colore preferito al momento è il bianco.

Elisa Ferrari partecipa a: Edizione 2016-17,

Margherita Landi

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“E’ una memoria ben misera quella che permette di ricordare solo ciò che è già accaduto”

Il progetto apre uno studio sulla percezione della porzione di spazio non visibile. Una riflessione sulla sincronicità, sull’intuizione, su cosa può scardinare le nostre abitudini quando compiamo delle scelte o ascoltiamo il mondo intorno a noi.
L’obiettivo è estendere le percezioni fisiche dando alle coincidenze sincroniche la possibilità di accadere. Dopo una prima fase di elaborazione di un training su questo tema, mi sono posta la sfida di elaborare dei duetti “sincronici” di improvvisazione, che avverranno nello stesso spazio, ma in tempi diversi, filmati da uno stesso punto di vista e poi sovrapposti, indagando così un concetto di drammaturgia altamente sensibile, inconscia e completamente collettiva.

Margherita Landi è danzatrice e coreografa italiana Laureata in etno-antropologia.
Dal 2011 lavora come artista indipendente creando spettacoli che focalizzano l’attenzione sulla relazione tra danza e antropologia, sviluppando un approccio alla coreografia basato sull’improvvisazione e una ricerca interdisciplinare che mette in relazione poesia, danza, scienza e nuove tecnologie.
Lavora come coreografa e danzatrice in collaborazione con artisti internazionali della scena europea tra i quali Iraqi Bodies, Yumiko Yoshioka, Makiko Ito, Alfredo Genovesi, Katie Duck, Dance Elixir, MonoCollective.

Margherita Landi partecipa a: Edizione 2016-17,

Sara Manente

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edizione 2018>2020

E’ un progetto di passaggio il cui focus è il tempo di fermentazione più che il risultato. Per due settimane lavoro su dinamiche che partono da relazioni semantiche a quelle biologiche (corporee) per disegnare nuove tecnologie di creazione inspirate da altre intelligenze: batteri e muschi per esempio. Parto da metodologie poetiche prese a prestito dal precedente Spectacles per iniziare un processo più batterico e selvatico.

edizione 2016>17

Durante la residenza a Torino mi concentrero’ sulla scrittura del testo che chiude la serie di tre “danze da leggere”. Dopo Spectacle #3 (2015), una danza plausibile e #1 (2016/17), una danza a ritroso, in Spectacle #2,5 vorrei dedicarmi all’idea di una relazione tra decorativo e fedele. Le “danze da leggere” si situano parallelamente a Spectacles, una ricerca sulla relazione tra danza e linguaggio dal punto di vista economico, poetico e performativo. Possiamo emancipare la danza dalla teoria della danza? Possiamo immaginare una nuova economia dello spettacolo? Che tipo di linguaggio diventa coreografico? Quale movimento produce una descrizione? Di cosa parliamo quando parliamo di danza? Quando comincia e quando finisce una performance?

Sara Manente coreografa, performer e ricercatrice, vive e lavora a Bruxelles. Dopo gli studi di Semiotica, Linguistica e Scienze della Comunicazione all’Università di Bologna, di Drammaturgia della Danza all’Università di Anversa, e un post-master in Performing Arts al a.pass (Advanced Performance Training) nel 2008, torna dopo dieci d’anni a far parte del Research Center/Cycle 1 di a.pass a Bruxelles. Nel frattempo lavora come coreografa, performer, mentor e collaboratrice per altri artisti e istituzioni.
Nel suo lavoro, la danza è il punto di partenza per pensare attraverso il corpo questioni legate a come percepiamo e agiamo sul mondo: linguaggio e opacità, performatività e pubblico. Formatasi con la danza classica sin dall’infanzia, passando poi a varie tecniche di contemporaneo, i suoi progetti prendono forme diverse: pubblicazioni, film, interviste, laboratori, installazioni, coreografie, esperienza telepatiche etc. Due gli spettacoli di danza più conosciuti e presentati anche in Italia: “Lawaai means Hawaai” (2009) e “Faire un four “(2011), seguiti da un lungo progetto di ricerca incentrato sull’ekphrasis: “Spectacles” (2016-18). Dal 2012 al 2016, ha lavorato in collaborazione con Marcos Simoes sulla relazione con lo spettatore attraverso progetti di vario formato basati su pratiche extra sensoriali/paranormali : “This place”. Nel 2019, riceve una borsa di ricerca dalla Comunità fiamminga per il progetto “Wicked technology / Wild fermentation” (Tecnologia malvagia / Fermentazione selvaggia): “accostando pratiche di fermentazione, femminismo e ricerca artistica, sono interessata a mappare un insieme di tecniche che trasformano il pensiero, la percezione e il fare (d’insieme) nelle colture vive e nelle live arts”.

Lavora nel campo delle arti performative e realizza progetti sotto forma di spettacoli di danza contemporanea, performance, laboratori, ricerche aperte, video e testi. Tra i suoi lavori: Lawaai means Hawaai (2009, trio), Faire un four (2011, quartetto); in collaborazione con Marcos Simoes: This place e Tele Visions (2012-2015, serie di performances basate su fenomeni ESP) e LAVA (2016). Attualmente lavora su due progetti che legano intimamente danza e linguaggio: un film in 3D cominciato sotto forma di interviste ad artisti e pubblico sull’esperienza di fare, vedere e descrivere la performance e una serie di testi scritti che sono danze da leggere.

web

 

Sara Manente partecipa a: Edizione 2016-17, Edizione 2018, Edizione 2020,

Claudia Adragna

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La ricerca vuole tentare di riflettere sin dal titolo sul ristabilimento di un ordine di senso dell’esistenza. Come danzatori e come esseri umani. Capire dandosi un tempo di esplorazione cosa è davvero necessario alla scena oltrepassando l’idea di vendibile ma ragionando di più sull’utile e l’inutile dell’agire. Interrogarsi sul valore delle cose.

Il commercio è, nella sua essenza, satanico. Il commercio è il prestato-reso, ovvero il prestito con il sottinteso: Rendimi più di quanto ti do. Lo spirito di ogni commerciante è completamente viziato…il meno infame di tutti i commercianti è quello che dice “Siamo virtuosi per guadagnare molti più soldi degli stupidi viziosi”. Per il commerciante, l’onestà stessa è una speculazione a scopo di lucro. Il commercio è statanico perché è una delle forme dell’egoismo: la più bassa e la più vile.” – Nuccio Ordine, Manifesto L’utilità dell’inutile.

Laureata all’Accademia Albertina delle Belle Arti di Torino in Pittura. Collabora come interprete: Tecnologia Filosofica, Compagnia TarditoRendina-TO (2011). Coautrice di: “Perché Deserto” Statolento- collettivo di arti vive, vincitore del bando Choreographic Collision 7 debuttato a Venezia nel febbraio 2016. Autrice di: “Ciccina-cosa ancora dobbiamo aspettare?” Festival Pillole-sezione Principi Attivi Settembre 2015 e per Insoliti Festival Internazionale della nuova danza Dicembre 2015. Coautrice di ”Break and come back in our self” duo con Francesca Bovino presentato per Lov#5 a Torino nel giugno 2013 e Festival “Perse Visioni” in Puglia, tra i 15 finalisti di One Minute dance. Sviluppa la sua ricerca coreografica con la partecipazione al network B.I.D.E. (Barcelona International Dance Exchange) nel 2012 e Aprile 2014. Nella primavera del 2015 fonda Statolento collettivo di teatro danza nato nel contesto della Cavallerizza Reale Occupata a Torino il cui primo esito è Studio sulla Lentezza.

HOW MUCH? QUANTO COSTA?

di Claudia Adragna e Statolento – collettivo di arti vive

Claudia Adragna partecipa a: Edizione 2016-17,

HOW MUCH? QUANTO COSTA?

di Claudia Adragna e Statolento – collettivo di arti vive