Apertura Pubblica

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Sara Manente & Ambra Pittoni
25 Gennaio 2018
ore 18:00
Collegno (TO) Lavanderia a vapore
Sala Grande Stireria

Corso Pastrengo, 51
info biglietteria

Residenza

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Residenza
02 > 15 Maggio 2018
ore :
Collegno (TO) Lavanderia a vapore
Corso Pastrengo, 51
info biglietteria

Residenza

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Residenza
03 > 13 Aprile 2018
ore :
Collegno (TO) Lavanderia a vapore
Corso Pastrengo, 51
info biglietteria

Residenza

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Residenza
01 > 09 Febbraio 2018
ore :
Collegno (TO) Lavanderia a vapore
Corso Pastrengo, 51
info biglietteria

Residenza

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Residenza
15 > 31 Gennaio 2018
ore :
Collegno (TO) Lavanderia a vapore
Corso Pastrengo, 51
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Erika Di Crescenzo

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Ricercatrice indipendente nel campo del teatro e della danza, antropologia, filosofia, mistica. Laureata al Dams con una tesi di carattere antropologico, ha frequentato la scuola di danza classica Academié Principesse Grace di Montecarlo, il Programma de Recherche et Composition Coreographique presso la Fondation Royaumont di Parigi, e il master in progettazione culturale presso Fondazione Fitzcarrardo. Ha modellato il suo percorso di autrice e performer attraverso creazioni originali principalmente in Italia, Francia e Svizzera (The Fish, Etude pour la Sainteté, Asfissia, Clara Falls in Love, La Bagarre, Tentativi Vergini di Oscenità, E20, E questo è, etc..).
Lavora come regista, e coreografa, interprete, autrice, danzatrice, performer, curatrice, organizzatrice, davanti e dietro le quinte nel campo della danza e teatro contemporaneo.
Nel 2015 con Carlotta Scioldo fonda il progetto Workspace Ricerca X, che cura fino al 2021.

Carlotta Scioldo

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Dopo la laurea specialistica presso lo IUAV di Venezia, è fellow researcher presso la New York University dove inizia la sua traiettoria di ricerca tra perfomance studies, coreografia e ambiente urbano. In seguito è ricercatrice presso a.pass (advanced performance studies), centro di ricerca artistica a DeSingel (Belgio). Assistente dramaturg di Bart Van den Eynde nella produzione ‘Build to Last’ di Meg Stuart, dal 2012 lavora come dramaturg freelance per coreografi quali Daniele Ninarello, Claudia Catarzi, Barbara Berti, Amina Amici. Con l’obbiettivo di creare una piattaforma dedicata alla ricerca artistica e pratica drammaturgica, nel 2015 dà vita al progetto Workspace Ricerca X con Erika Di Crescenzo e ne è stata curatrice fino al 2018. E’ stata editor del volume RE:SEARCH DANCE DRAMATURGY (2017).

Consegue un ulteriore master di specializzazione in politiche culturali internazionali presso l’ITC-ILO UNESCO e un dottorato di ricerca presso l’Università e Politecnico di Torino. Il suo lavoro di dottorato sui networks transnazionali europei attivi nel settore culturale e creativo è tra i finalisti del ENCATC AWARD 2023. Insegna e partecipa a convegni internazionali.
Dopo una breve esperienza lavorativa presso la Commissione Europea, divisione cultura (EACEA), il suo scopo professionale mira a connettere il settore artistico allo sviluppo delle politiche culturali internazionali. Con quest’obbiettivo, ha lavorato come network manager e policy advisor del network europeo dei centri coreografici European Dancehouse Network. Oggi lavora come esperta esterna per la Commissione Europea per i progetti di cooperazione internazionale.

Nel 2015 con Erika Di Crescenzo da vita al progetto Workspace Ricerca X e ne è stata curatrice fino al 2018. E’ stata editor del volume RE:SEARCH DANCE DRAMATURGY (2017).

Donatella Morrone

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La ricerca affrontata negli ultimi anni ha posto l’attenzione in maniera sempre più approfondita sulla relazione del corpo in reazione agli spazi architettonici, sulla genesi del movimento in base alle forme e alle suggestioni delle visibili realtà nelle quali il corpo si inserisce.La Ricerca attuale si sofferma su concetti basilari che compongono lo spazio tangibile ed astratto, come per riempire di azioni significanti e articolate le teorie già affrontate in ambito artistico dai pittori del ‘900, primo fra tutti Wassily Kandinsky.“Punto, linea, superfice”, è il titolo del libro di Kandinsky dal quale si sviluppa la Ricerca prendendo fortemente in considerazione le analisi Scientifico-Artistiche dei tre elementi.Il progetto è suddiviso in Capitoli ( I,II,III), ognuno dei quali contiene un certo numero di “Studi” i quali nascono dalla chiarificazione tecnica, teorica, cristallina delle proprietà intrinseche alla forma, del segno grafico analizzato minuziosamente nella funzione per poi, una volta esser giunti all’essenza, arrivare a delle effettive “traduzioni” libere ma rispondenti al tempo stesso a dei parametri validi indipendentemente dal tipo di mezzo utilizzato(corpo, macchina da presa, tele e quant’altro). Le “traduzioni” sono molteplici e differenti, molte delle quali attraversano Pratiche artistiche sviluppate nel tempo e rimesse in gioco, così come molteplici sono i mezzi utilizzati e le figure coinvolte: musicisti,grafici, light designers, designers, video-makers, fotografi, scrittori, danzatori, attori, performers, architetti. Il progetto si avvale,infatti, delle collaborazioni di più artisti e professionisti di vari settori (non necessariamente artistici nel senso stretto del termine) , i quali operano, a seconda della fase progettuale, per rendere all’ipotetico fruitore più che un “prodotto” una testimonianza di ricerca che si fa essa stessa frutto artistico.La direzione della ricerca è salda e radicata su concetti fondati in quello che nella storia dell’arte è stato definito come un trattato di pittura e geometria “qualitativa”.Concetti di fisica, matematica, pittura, composizione si fondono così su più livelli di analisi, da quello immaginifico e astratto a quello più materico e concreto.Il progetto mira, nel tempo, ad una composizione complessiva della totalità delle traduzioni che abbiano in successione logica dei propri colori, dei propri suoni, dei propri caratteri che possano, come in un dipinto, intersecarsi gli uni agli altri al momento della condivisione.La semplicità delle questioni più primitive faranno da iter nella ricerca al fine di ascoltare la forma e renderla udibile, visibile e instrisa di “sensi”.

Dopo gli studi presso Kaos Balletto di Firenze, procede con la sua formazione in Italia e in Belgio, con un maggiore interesse verso le tecniche d’improvvisazione. Tra le personalità più influenti vi sono Chrysa Parkinson, Samantha Van Wissen, Matej Ketjzar, Dominique Duszynski, Adriana Borriello, Simona Bertozzi, Frey Faust, Michele Di Stefano, Enzo Cosimi ed altri. Dopo gli studi di Tecniche Compositive e Coreografia presso l’ A.N.D. Accademia Nazionale di Danza, sotto la direzione di Adriana Borriello, lavora con la coreografa Dominique Duszynski in Belgio e Olanda e al tempo stesso a progetti personali, quali “Moving in a metric space” ed “EmptyPool”. Dal 2014 include nel suo lavoro anche progetti fotografici e video in collaborazione con artisti visivi. Nel 2016 sviluppa la sua passione per il djing, che prende parte nella sua ricerca, nei suoi progetti e performances. Dal 2014 ad oggi è danzatrice della Compagnia Adriana Borriello e lavora a progetti personali incentrati sulla relazione del corpo con gli spazi “vuoti” e sui “Non-luoghi”, attraverso lo studio di strutture architettoniche.

web

fb

Donatella Morrone partecipa a: Edizione 2018,

Sara Manente

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edizione 2018>2020

E’ un progetto di passaggio il cui focus è il tempo di fermentazione più che il risultato. Per due settimane lavoro su dinamiche che partono da relazioni semantiche a quelle biologiche (corporee) per disegnare nuove tecnologie di creazione inspirate da altre intelligenze: batteri e muschi per esempio. Parto da metodologie poetiche prese a prestito dal precedente Spectacles per iniziare un processo più batterico e selvatico.

edizione 2016>17

Durante la residenza a Torino mi concentrero’ sulla scrittura del testo che chiude la serie di tre “danze da leggere”. Dopo Spectacle #3 (2015), una danza plausibile e #1 (2016/17), una danza a ritroso, in Spectacle #2,5 vorrei dedicarmi all’idea di una relazione tra decorativo e fedele. Le “danze da leggere” si situano parallelamente a Spectacles, una ricerca sulla relazione tra danza e linguaggio dal punto di vista economico, poetico e performativo. Possiamo emancipare la danza dalla teoria della danza? Possiamo immaginare una nuova economia dello spettacolo? Che tipo di linguaggio diventa coreografico? Quale movimento produce una descrizione? Di cosa parliamo quando parliamo di danza? Quando comincia e quando finisce una performance?

Sara Manente coreografa, performer e ricercatrice, vive e lavora a Bruxelles. Dopo gli studi di Semiotica, Linguistica e Scienze della Comunicazione all’Università di Bologna, di Drammaturgia della Danza all’Università di Anversa, e un post-master in Performing Arts al a.pass (Advanced Performance Training) nel 2008, torna dopo dieci d’anni a far parte del Research Center/Cycle 1 di a.pass a Bruxelles. Nel frattempo lavora come coreografa, performer, mentor e collaboratrice per altri artisti e istituzioni.
Nel suo lavoro, la danza è il punto di partenza per pensare attraverso il corpo questioni legate a come percepiamo e agiamo sul mondo: linguaggio e opacità, performatività e pubblico. Formatasi con la danza classica sin dall’infanzia, passando poi a varie tecniche di contemporaneo, i suoi progetti prendono forme diverse: pubblicazioni, film, interviste, laboratori, installazioni, coreografie, esperienza telepatiche etc. Due gli spettacoli di danza più conosciuti e presentati anche in Italia: “Lawaai means Hawaai” (2009) e “Faire un four “(2011), seguiti da un lungo progetto di ricerca incentrato sull’ekphrasis: “Spectacles” (2016-18). Dal 2012 al 2016, ha lavorato in collaborazione con Marcos Simoes sulla relazione con lo spettatore attraverso progetti di vario formato basati su pratiche extra sensoriali/paranormali : “This place”. Nel 2019, riceve una borsa di ricerca dalla Comunità fiamminga per il progetto “Wicked technology / Wild fermentation” (Tecnologia malvagia / Fermentazione selvaggia): “accostando pratiche di fermentazione, femminismo e ricerca artistica, sono interessata a mappare un insieme di tecniche che trasformano il pensiero, la percezione e il fare (d’insieme) nelle colture vive e nelle live arts”.

Lavora nel campo delle arti performative e realizza progetti sotto forma di spettacoli di danza contemporanea, performance, laboratori, ricerche aperte, video e testi. Tra i suoi lavori: Lawaai means Hawaai (2009, trio), Faire un four (2011, quartetto); in collaborazione con Marcos Simoes: This place e Tele Visions (2012-2015, serie di performances basate su fenomeni ESP) e LAVA (2016). Attualmente lavora su due progetti che legano intimamente danza e linguaggio: un film in 3D cominciato sotto forma di interviste ad artisti e pubblico sull’esperienza di fare, vedere e descrivere la performance e una serie di testi scritti che sono danze da leggere.

web

 

Sara Manente partecipa a: Edizione 2016-17, Edizione 2018, Edizione 2020,

Francesco Dalmasso e Elisa D’Amico

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Come affrontare la mancanza di una presenza fisica in un luogo specifico? L’assenza apparente di un corpo può diventare il potenziale per una presenza delocalizzata.
Attraverso la simultaneità delle videochiamate sul Web, si aprono possibilità di creazione a distanza, interazione, condivisione, compresenza.
Lo strumento di lavoro scelto è lo score: un mezzo per sviluppare strutture che vengono testate davanti ad una webcam ed eseguite in contemporanea su Google Hangouts.
La composizione grafica e cromatica, la presenza/assenza dei corpi, le loro interazioni, lo spazio in cui si muovono e le sue coordinate, con un’intenzione quasi cinematografica di montaggio, sono gli elementi su cui si basa lo score.

La nostra ricerca si concentra sulla scrittura di partiture e sulla loro trasmissione dal testo al corpo, quindi sul processo che dalla lettura, attraverso l’elaborazione, si trasforma in azione.
In questo senso entra in gioco la questione della trasmissione di informazioni, considerando il rapporto tra fedeltà ad una consegna nel rispetto delle indicazioni e libertà personale nell’autonomia di esecuzione.

// Couchscore è un percorso le cui tappe includono scrittura di scores, esecuzione, trasmissione, documentazione e archiviazione, nell’ottica di una ricerca condivisa e aperta. È un percorso che si svolge in contesti e con modalità diversi, che incoraggia una partecipazione attiva e si sviluppa a partire anche dal contributo di chi si siede sul divano con noi.

Elisa D’Amico e Francesco Dalmasso si incontrano durante gli studi presso la ArtEZ Hogeschool voor de Kunsten (NL).

Con un background e un lavoro centrale come danzatori e performer, la loro pratica artistica collaborativa intreccia e interroga anche ricerca, creazione e curatela.
Partendo da uno specifico oggetto di interesse, articolano pensieri, partiture coreografiche, corpi relazionali, danze.
Dal 2019 sono autori associati della compagnia Zerogrammi. Fanno parte della piattaforma shared training torino e co-curano il progetto Workspace Ricerca X_ricerca & drammaturgia.

I loro lavori sono stati presentati e selezionati per: RAAA Performing Arts Festival (Brescia); Aldes/SPAM! (Lucca); Centro Nazionale di Produzione della Danza Virgilio Sieni e Fondazione CR Firenze – Bando Abitante 2021; ACS Abruzzo Circuito Spettacolo; Permutazioni / Zerogrammi, Lavanderia a Vapore, Piemonte Dal Vivo; EDN; Polo del ‘900; Resurface Festival; Workspace Ricerca X in OGR; PAV.

// Couchscore
a distance investigation on writing and transmitting scores

un progetto di Francesco Dalmasso, Elisa D’Amico, Alessio Mazzaro

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Francesco Dalmasso e Elisa D’Amico partecipa a: Edizione 2016-17, Edizione 2018,

// Couchscore
a distance investigation on writing and transmitting scores

un progetto di Francesco Dalmasso, Elisa D’Amico, Alessio Mazzaro

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