2017 > 17 and 2021 edition
Trespass | processing an emerging choreography, wishes to open a space and time to contemplation. It fits into the research between the visible and the invisible and integrates the work of S.U.D.M.U.P. It wants to investigate the multiplication of the gaze and the emergence of a body, through absorption and restitution.
It uses coincidence but does not exclude discrepancy.
Two performers inhabit the space, observing the surroundings with the aim of returning an interpretation of it, generated by the encounter between the “me” and the context.
There is no division between audience and performer.
The observer, furthermore, can cross and modify the space by moving his point of view.
The structure of the work allows its continuous writing, presenting a new genre of emergence with each reproduction, as a consequence of the specific inhabited space.
Marta Olivieri is author and performer. Her artistic interests want to question the unforeseen contestaul datas that move a body. Writings, sounds, temperatures and the city landscape are the areas of her research.
The body moves between the visible and the invisible attempting a continuous happening on the sides of the structure it inhabits. The creative process wants to build a ground for a formal structure and its possible deconstruction to coexist. She attends Formazione Bartolomei Training and Modem courses at Scenario Pubblico. In 2015 she met Marta Ciappina, performer, movement coach and teacher, with whom she started an assiduous path of study.
She also studied with: M. Kejzar, M. Kilvady, G. Scarcella, J. Neves, A. Cristiani, E. Giannotti, M. Rizzo, C Delorenzi, E. Gervasi,A. Ajmone, C. Morganti, K. Takagi. In 2018 she graduated as a Somatic Movement Educator within the Body-Mind Centering®️ training program. During the same year she conducted somatic and compositional research workshops at Scenario Pubblico. She works as an interpreter for DOM-, she worked with Riccardo Guratti and Michele Rizzo. From 2019 she participates in the Roma Non Esiste project (DOM-) and is curatorial member of SiR. She collaborates as well with ATI Suffix, a collective of architects, artists, philosophers and researchers, whose work is intertwined with architecture and relational art. Besides, she collaborates with Roberta Mansueto | Takecare project.
Trespass | processing an emerging choreography, wishes to open a space and time to contemplation. It fits into the research between the visible and the invisible and integrates the work of S.U.D.M.U.P. It wants to investigate the multiplication of the gaze and the emergence of a body, through absorption and restitution.
It uses coincidence but does not exclude discrepancy.
Two performers inhabit the space, observing the surroundings with the aim of returning an interpretation of it, generated by the encounter between the “me” and the context.
There is no division between audience and performer.
The observer, furthermore, can cross and modify the space by moving his point of view.
The structure of the work allows its continuous writing, presenting a new genre of emergence with each reproduction, as a consequence of the specific inhabited space.
Marta Olivieri is author and performer. Her artistic interests want to question the unforeseen contestaul datas that move a body. Writings, sounds, temperatures and the city landscape are the areas of her research.
The body moves between the visible and the invisible attempting a continuous happening on the sides of the structure it inhabits. The creative process wants to build a ground for a formal structure and its possible deconstruction to coexist. She attends Formazione Bartolomei Training and Modem courses at Scenario Pubblico. In 2015 she met Marta Ciappina, performer, movement coach and teacher, with whom she started an assiduous path of study.
She also studied with: M. Kejzar, M. Kilvady, G. Scarcella, J. Neves, A. Cristiani, E. Giannotti, M. Rizzo, C Delorenzi, E. Gervasi,A. Ajmone, C. Morganti, K. Takagi. In 2018 she graduated as a Somatic Movement Educator within the Body-Mind Centering®️ training program. During the same year she conducted somatic and compositional research workshops at Scenario Pubblico. She works as an interpreter for DOM-, she worked with Riccardo Guratti and Michele Rizzo. From 2019 she participates in the Roma Non Esiste project (DOM-) and is curatorial member of SiR. She collaborates as well with ATI Suffix, a collective of architects, artists, philosophers and researchers, whose work is intertwined with architecture and relational art. Besides, she collaborates with Roberta Mansueto | Takecare project.
ACETATO è il secondo lavoro di un progetto più ampio dal titolo Although of Course You End Up Becoming Yourself che si identifica come contenitore di indagine sulle pratiche di danza che assumono il ruolo culturale di aggregatori sociali nel contesto urbano e nell’ambito del quotidiano. Camminando per la mia città mi sono imbattuta in un gruppo cospicuo di ragazzi da tutta europa che si erano ritrovati in un parco per danzare insieme un ballo chiamato Jump Style. I ragazzi si alternavano in coreografie singole e di gruppo, duetti e sfide. Ogni coreografia veniva ripresa con la telecamera e poi, come mi hanno raccontato in seguito, messa successivamente online. È infatti attraverso la rete che questi ragazzi divengono una vera e propria comunità che sconfina i limiti geografici. Una piccola rivoluzione dal basso, il bisogno fortissimo di riconoscersi in qualcosa, e ho trovato bellissimo che fosse nel corpo. Da qui nasce il progetto ACETATO, dall’osservazione della realtà e dalla necessità di ripensare il “ballo” come veicolo di significati altri, come apertura, come dichiarazione, come celebrazione del proprio essere umani.
Elisa Ferrari è un’artista attiva in Italia e Francia nell’ambito della performing art e delle arti visive. La sua ricerca ruota intorno alle questioni legate al corpo e al movimento e si definisce in azioni e dispositivi che si allargano ad una pluralità di linguaggi tra cui la composizione coreografica, la performance, l’azione partecipata e l’installazione. Laureata in Arti dello Spettacolo presso l’Università degli Studi di Milano, si forma artisticamente frequentando il corso professionale triennale diretto da Susanna Beltrami presso MAS (Milano) e prendendo parte ai progetti internazionali Choreographic Collision (DanzaVenezia e Biennale Danza di Venezia – 2010) e il Corso di Alta Formazione per Danzatori di OperaEstate Festival Veneto (2010), ai quali ha partecipato come borsista. Come danzatrice e performer è stata interprete negli spettacoli di Susanna Beltrami, Walter Manfré, Ismael Ivo, Andrée Ruth Shammah, Roberto Castello, Melissa Cisneros (La Mecedora). Dal 2009 collabora con Ambra Senatore in qualità di assistente alla creazione e danzatrice. Nel 2011 con Sara Catellani e Davide Manico fonda Collettivo PirateJenny, compagnia attiva nell’ambito della ricerca coreografica, di cui è co-autrice ed interprete. Nel 2014 inizia la collaborazione con la fotografa e videomaker Ilaria Turba con cui sviluppa progetti di arte partecipata e di formazione in contesti socialmente problematici. L’anno successivo con l’artista e dj Giulia Tosi dà vita ad EFFETTI, gruppo di ricerca attento alla questione dell’arte relazionale e alle pratiche che includono new media arts e movimento corporeo. Alla carriera artistica affianca un’intensa attività di studio e ricerca nell’ambito dell’estetica dell’arte e della performing art. Nel 2015 è assegnista per il progetto “Seminario Avignon” organizzato da Festival D’Avignon e ProHelvetia, per cui riceve il sostegno da Movin’Up e GAI. Il suo segno zodiacale è l’Acquario, il suo colore preferito al momento è il bianco.
“E’ una memoria ben misera quella che permette di ricordare solo ciò che è già accaduto”
Il progetto apre uno studio sulla percezione della porzione di spazio non visibile. Una riflessione sulla sincronicità, sull’intuizione, su cosa può scardinare le nostre abitudini quando compiamo delle scelte o ascoltiamo il mondo intorno a noi.
L’obiettivo è estendere le percezioni fisiche dando alle coincidenze sincroniche la possibilità di accadere. Dopo una prima fase di elaborazione di un training su questo tema, mi sono posta la sfida di elaborare dei duetti “sincronici” di improvvisazione, che avverranno nello stesso spazio, ma in tempi diversi, filmati da uno stesso punto di vista e poi sovrapposti, indagando così un concetto di drammaturgia altamente sensibile, inconscia e completamente collettiva.
Margherita Landi è danzatrice e coreografa italiana Laureata in etno-antropologia.
Dal 2011 lavora come artista indipendente creando spettacoli che focalizzano l’attenzione sulla relazione tra danza e antropologia, sviluppando un approccio alla coreografia basato sull’improvvisazione e una ricerca interdisciplinare che mette in relazione poesia, danza, scienza e nuove tecnologie.
Lavora come coreografa e danzatrice in collaborazione con artisti internazionali della scena europea tra i quali Iraqi Bodies, Yumiko Yoshioka, Makiko Ito, Alfredo Genovesi, Katie Duck, Dance Elixir, MonoCollective.
edizione 2018>2020
E’ un progetto di passaggio il cui focus è il tempo di fermentazione più che il risultato. Per due settimane lavoro su dinamiche che partono da relazioni semantiche a quelle biologiche (corporee) per disegnare nuove tecnologie di creazione inspirate da altre intelligenze: batteri e muschi per esempio. Parto da metodologie poetiche prese a prestito dal precedente Spectacles per iniziare un processo più batterico e selvatico.
edizione 2016>17
Durante la residenza a Torino mi concentrero’ sulla scrittura del testo che chiude la serie di tre “danze da leggere”. Dopo Spectacle #3 (2015), una danza plausibile e #1 (2016/17), una danza a ritroso, in Spectacle #2,5 vorrei dedicarmi all’idea di una relazione tra decorativo e fedele. Le “danze da leggere” si situano parallelamente a Spectacles, una ricerca sulla relazione tra danza e linguaggio dal punto di vista economico, poetico e performativo. Possiamo emancipare la danza dalla teoria della danza? Possiamo immaginare una nuova economia dello spettacolo? Che tipo di linguaggio diventa coreografico? Quale movimento produce una descrizione? Di cosa parliamo quando parliamo di danza? Quando comincia e quando finisce una performance?
Sara Manente coreografa, performer e ricercatrice, vive e lavora a Bruxelles. Dopo gli studi di Semiotica, Linguistica e Scienze della Comunicazione all’Università di Bologna, di Drammaturgia della Danza all’Università di Anversa, e un post-master in Performing Arts al a.pass (Advanced Performance Training) nel 2008, torna dopo dieci d’anni a far parte del Research Center/Cycle 1 di a.pass a Bruxelles. Nel frattempo lavora come coreografa, performer, mentor e collaboratrice per altri artisti e istituzioni.
Nel suo lavoro, la danza è il punto di partenza per pensare attraverso il corpo questioni legate a come percepiamo e agiamo sul mondo: linguaggio e opacità, performatività e pubblico. Formatasi con la danza classica sin dall’infanzia, passando poi a varie tecniche di contemporaneo, i suoi progetti prendono forme diverse: pubblicazioni, film, interviste, laboratori, installazioni, coreografie, esperienza telepatiche etc. Due gli spettacoli di danza più conosciuti e presentati anche in Italia: “Lawaai means Hawaai” (2009) e “Faire un four “(2011), seguiti da un lungo progetto di ricerca incentrato sull’ekphrasis: “Spectacles” (2016-18). Dal 2012 al 2016, ha lavorato in collaborazione con Marcos Simoes sulla relazione con lo spettatore attraverso progetti di vario formato basati su pratiche extra sensoriali/paranormali : “This place”. Nel 2019, riceve una borsa di ricerca dalla Comunità fiamminga per il progetto “Wicked technology / Wild fermentation” (Tecnologia malvagia / Fermentazione selvaggia): “accostando pratiche di fermentazione, femminismo e ricerca artistica, sono interessata a mappare un insieme di tecniche che trasformano il pensiero, la percezione e il fare (d’insieme) nelle colture vive e nelle live arts”.
Lavora nel campo delle arti performative e realizza progetti sotto forma di spettacoli di danza contemporanea, performance, laboratori, ricerche aperte, video e testi. Tra i suoi lavori: Lawaai means Hawaai (2009, trio), Faire un four (2011, quartetto); in collaborazione con Marcos Simoes: This place e Tele Visions (2012-2015, serie di performances basate su fenomeni ESP) e LAVA (2016). Attualmente lavora su due progetti che legano intimamente danza e linguaggio: un film in 3D cominciato sotto forma di interviste ad artisti e pubblico sull’esperienza di fare, vedere e descrivere la performance e una serie di testi scritti che sono danze da leggere.
La ricerca vuole tentare di riflettere sin dal titolo sul ristabilimento di un ordine di senso dell’esistenza. Come danzatori e come esseri umani. Capire dandosi un tempo di esplorazione cosa è davvero necessario alla scena oltrepassando l’idea di vendibile ma ragionando di più sull’utile e l’inutile dell’agire. Interrogarsi sul valore delle cose.
“Il commercio è, nella sua essenza, satanico. Il commercio è il prestato-reso, ovvero il prestito con il sottinteso: Rendimi più di quanto ti do. Lo spirito di ogni commerciante è completamente viziato…il meno infame di tutti i commercianti è quello che dice “Siamo virtuosi per guadagnare molti più soldi degli stupidi viziosi”. Per il commerciante, l’onestà stessa è una speculazione a scopo di lucro. Il commercio è statanico perché è una delle forme dell’egoismo: la più bassa e la più vile.” – Nuccio Ordine, Manifesto L’utilità dell’inutile.
Laureata all’Accademia Albertina delle Belle Arti di Torino in Pittura. Collabora come interprete: Tecnologia Filosofica, Compagnia TarditoRendina-TO (2011). Coautrice di: “Perché Deserto” Statolento- collettivo di arti vive, vincitore del bando Choreographic Collision 7 debuttato a Venezia nel febbraio 2016. Autrice di: “Ciccina-cosa ancora dobbiamo aspettare?” Festival Pillole-sezione Principi Attivi Settembre 2015 e per Insoliti Festival Internazionale della nuova danza Dicembre 2015. Coautrice di ”Break and come back in our self” duo con Francesca Bovino presentato per Lov#5 a Torino nel giugno 2013 e Festival “Perse Visioni” in Puglia, tra i 15 finalisti di One Minute dance. Sviluppa la sua ricerca coreografica con la partecipazione al network B.I.D.E. (Barcelona International Dance Exchange) nel 2012 e Aprile 2014. Nella primavera del 2015 fonda Statolento collettivo di teatro danza nato nel contesto della Cavallerizza Reale Occupata a Torino il cui primo esito è Studio sulla Lentezza.
di Claudia Adragna e Statolento – collettivo di arti vive
di Claudia Adragna e Statolento – collettivo di arti vive
How to deal with missing physical presence on a specific location? The apparent absence of the body is a potential for a delocalized presence.
The simultaneity of video-calls on the Web generates opportunities for creation on distance, interaction, sharing, co-presence.
The chosen working tool is the score: a tool for developing structures to be tested in front of a webcam and co-executed on Google Hangouts.
Graphic and chromatic composition, presence/absence of the bodies, their interactions, the space they move in and its coordinates, with an almost cinematographic editing intention, are the funding elements of the score.
Our research focuses on the writing of scores and on their transmission from text to body. We wish to investigate the process of how reading transforms into action, through an elaboration.
The question of transmitting information comes into play, considering the relationship between the loyalty to a task while following indications and the personal freedom in the autonomy of execution.
// Couchscore is a path whose stages include the writing of scores, their execution, transmission, documentation and archiving, in a shared and open research perspective. It is a path that unfolds in different contexts and different ways, fostering an active participation and developing also from the contribution of the ones who sit on the couch with us.
Elisa D’Amico and Francesco Dalmasso met during their studies at ArtEZ Hogeschool voor de Kunsten (NL).
With a background and core work as dancers and performers, their collaborative artistic practice also intertwines and questions research, making and curatorship.
Starting from a specific object of interest they articulate thoughts, choreographic scores, relational bodies, dances.
They are part of the platform shared training torino and co-curate the project Workspace Ricerca X_research & dramaturgy.
Their works have been presented and selected for: RAAA Performing Arts Festival (Brescia); Aldes/SPAM! (Lucca); Centro Nazionale di Produzione della Danza Virgilio Sieni e Fondazione CR Firenze – Bando Abitante 2021; ACS Abruzzo Circuito Spettacolo; Permutazioni / Zerogrammi, Lavanderia a Vapore, Piemonte Dal Vivo; EDN; Polo del ‘900; Resurface Festival; OGR; PAV.
Partendo da questo senso di smarrimento e d’incapacità di scelta che attraversano la maggior parte dei giovani oggi, come ci si muove quando si è portati a scegliere di se stessi? Navigante, naufrago, in una società satura di conoscenza, di opinione, di linguaggio, sovraccarica di possibilità e false libertà, tento di danzare. Un corpo che racconta. Solo. Che cerca, trova, si perde, non sa che fare. Combatte tra il tentativo di reagire e il completo abbandonarsi al vuoto, fino ad arrivare ad una stasi.
“Momenti di noia, ecco, di stanchezza, di insoddisfazione. Momenti precipitosi. Parlo di quei momenti in cui chi è ancora giovane è portato a compiere atti avventati” – Da La Linea D’ombra, Joseph Conrad.
Nel 2015 si diploma al corso di Teatro-Danza della Scuola Civica Paolo Grassi di Milano. Negli stessi anni, si forma come attore presso la scuola Proxima Res diretta da Carmelo Rifici. Dopo gli studi segue il maestro Dominique Dupuy in Italia e in Francia. Lavora come danzatore insieme a Marco Baliani, Luca Veggetti, Paola Lattanzi, Marcela Serli. Nel 2016 crea il suo primo lavoro coreografico, il solo “Il mare, la barca e il suo capitano”. Attualmente collabora insieme ad Alessio Maria Romano per la compagnia A.M.R teatro danza in un percorso di ricerca coreografica/teatrale ma anche pedagogica.