Polina Fenko

Questa ricerca performativa parte dai raduni post-Rivoluzione francese noti come “Balli delle vittime” (reali o immaginari), in cui i discendenti dei genitori ghigliottinati ricreavano il loro trauma attraverso danze sociali. Riflettendo su questo esempio storico, esploro precedenti storici e contemporanei simili nel lutto, nelle cerimonie di iniziazione e nella cultura di protesta. La mia performance naviga all’incrocio tra immaginario collettivo e memoria, mescolando rievocazioni fisiche e archivi immaginari attraverso vari mezzi (testo, suono, immagini in movimento) all’interno del genere del mockumentary coreografico.

bio

Polina Fenko, nata nel 1997 a San Pietroburgo, è una dance artist e drammaturga emergente con base tra Amsterdam e Berlino. Ha conseguito un master in teatro contemporaneo, danza e drammaturgia presso l’Università di Utrecht e una doppia laurea in storia dell’arte presso la Facoltà di Arti e Scienze Liberali (Università Statale di San Pietroburgo e Bard College, New York).

Nelle sue performance e installazioni lavora con diverse forme di documenti (come partiture respiratorie, impronte corporee, sogni) che creano spazi liminali di realtà corporee plurali attraverso metodi come l’infusione, la sovrapposizione, la giustapposizione e lo smembramento. I temi includono il pensiero catastrofico, la memoria frattale come memoria corporea e i corpi relazionali modellati da memorie personali e collettive.

Come artista di danza, Polina esplora il formato della coreografia sociale che si occupa di esplorare forme alternative di coesistenza e modi di relazionarsi l’uno con l’altro, reimmaginando la nozione di sociale. Ad Amsterdam ha fondato un Instant Composition Collective che unisce performer, musicisti e artisti interdisciplinari per sperimentare la composizione istantanea come metodo e pratica artistica nell’ambito dell’improvvisazione collettiva.
Spinta dall’interesse per le forme alternative di produzione della conoscenza, organizza laboratori multidisciplinari che creano spazi per l’educazione esperienziale e discussioni su modalità di comunicazione diverse da quella verbale, tra cui: Microurbanism and Microchoreography, Vulnerability and risk taking in instant Composition, On Minor Gesture and Microperception.